Il più che decennale iter pittorico di Maurizio Piovan presenta un rigoroso andamento ciclico, nel senso che, dopo una ben consapevole e insistita parentesi di ricerca informale e di verve sperimentale, egli ritorna alla figuratività naturalistica, arricchito dal proficuo tirocinio mentale che la maniera di mezzo ha sospinto ad affinare e chiarire in modo determinante.
Proveniente dagli studi d’architettura, Maurizio Piovan si è bensì lasciato sedurre dalla più libera professione pittorica, ove tuttavia l’interesse alla costruzione materica e alla struttura compositiva è decisamente avvertibile come polo alternativo quanto interagente alla componente cromatica.
Intuizione e riflessione, istinto e analisi mentale s’integrano di volta in volta nella rappresentazione definitiva dell’oggetto sensibile.
Schivo per temperamento, o più precisamente meditativo, il giovane artista miranese non si lascia prendere la mano da avventure formalistiche prima di avere approfondito, prima di avere conquistato una consapevolezza ispirativa e contenutistica, neanche negli anni di più ardita e libera progettazione simbolica del suo discorso informale astratteggiante. Le sue tendenze s’imparentano e sono accomunate da un’identica tensione ideativa, da un’irrinunciabile adesione naturalistica e cromatica. Si rintraccia per lo più una lenta e incessante elaborazione dei dati figurativi, una conseguente evoluzione della fondamentale grammatica espressiva.
Partito da uno studio di definizione realistica e tecnica, come tutti i giovanissimi aspiranti delle arti figurative, Maurizio Piovan ha quindi sperimentato un lessico più dinamico e stimolante per tornare, una volta scongiurato il rischio di un freddo accademismo, al recupero di una realtà paesaggistica e oggettuale e, pregnante i contenuti umani e chiarificatrice del rapporto intercorrente tra l’artista e la vita che lo circonda quotidianamente. In questo senso acquista una propria significazione, e diviene la più plausibile chiave di lettura, la specifica tradizione coloristica della pittura veneta.
Quella di Maurizio Piovan è infatti una sensibilità tipicamente veneta e trova la sua ragione d’essere in una ben definita cultura, in un ben determinato clima figurativo. 1 rapporti spaziali, le ampie atmosfere, le calde stesure tonali, le fragranti accensioni luministiche, i controllati equilibri timbrici, la suggestiva presenza delle acque lagunari, il lieve degradante dei pendii e delle colline verdeggianti, la grazia vitale delle iridescenze floreali, l’humus saporoso delle nature morte, la sensibile ricchezza delle tonalità aperte: sono tutti elementi che inseriscono la figurazione dell’artista veneziano, a buona ragione, nel miglior filone della cultura pittorica veneta.
In più Maurizio Piovan vi accentua una scrittura densamente rilevata in certe stesure corpose generosamente materiche, vi apporta una carica emotiva di forte istinto vedutistico. Egli vive intensamente il personale contatto con la realtà che più lo interessa e lo attrae, fino a farci respirare la stessa aria e a farci assaporare lo stesso profumo della sua terra. La struttura compositiva è ogni volta determinata dalla materia coloristica densa e solida che diventa protagonista della rappresentazione e che prevale sul segno e sulla analitica determinazione dei singoli elementi stilistici.
Sandro Marini